Situazione del paese

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Capitale: Baghdad.
Superficie: 438.317 km². 
Popolazione: 31.671.591.
Etnie: arabi 70-75%, curdi 15-17%, turkmeni 8-9%.
Religione: musulmana 95-98%.
Mortalità infantile: 40,25 morti per mille (Italia: 5,7 per mille).
Speranza di vita:  70 anni circa.
Alfabetizzazione: 78,2%.
Popolazione sotto la soglia di povertà: 20%. 

La Mesopotamia, la terra dei Sumeri, poi dei Babilonesi, infine degli Assiri. La regione della mezzaluna fertile che ha dato origine all’alimentazione dell’uomo: cereali, leguminose, ovini e bovini. Una terra ora desertica, di etnia araba (75-80%) con minoranze curde (22-25%) nel nord-est e turcomanne (2-3%). La religione professata è quella musulmana (97%). Il 55% della popolazione è sciita, il 42% sunnita. Nell’ultimo secolo, il Paese è stato sconvolto da continui colpi di stato. Alla fine, il potere è passato al partito Ba’th e, nel 1979, a Saddam Hussein. Il dittatore, appoggiato da Stati Uniti e NATO, nel 1980 dichiarò guerra all’Iran dell’Ayatollah Khomeini. Dopo 8 anni ed un milione di vittime, la guerra si concluse senza vincitori, né vinti.

La prima si era svolta nel biennio1990-1991. Le truppe irachene avevano occupavano il Kuwait solo due anni dopo la fine della guerra con l’Iran. Saddam Hussein era attirato dai pozzi di petrolio, ma,  soprattutto, non voleva restituire gli ingenti debiti contratti nei dieci anni precedenti, durante la guerra con l’Iran. La guerra comportò per l’Iraq centinaia di migliaia di perdite umane ed immensi danni strutturali ed al patrimonio archeologico. Liberi, finalmente, di potersi esprimere, reagirono anche i Curdi a nord e gli Sciiti a sud, i quali si rivoltarono contro il regime di Baghdad. Il Kuwait venne liberato, ma Saddam rimase al potere e continuò a sfidare l’ONU, eludendo l’embargo e le imposizioni di smantellamento degli arsenali bellici. Passarono altri dieci anni di incertezze e tentennamenti dell’Occidente, in preda alla paura di varare provvedimenti ulteriormente restrittivi nei confronti di Saddam Hussein. Si temeva che, spodestando il dittatore, si potesse favorire un Iran pronto ad assumere la guida del fondamentalismo islamico ed ad imporsi come massima potenza nel Medio Oriente.

L’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 cambiò però in poche ore gli equilibri internazionali. Il mondo non fu più lo stesso. Il presidente USA Bush jr. decise di completare quello che suo padre, 10 anni prima, non aveva concluso. Il 20 marzo 2003, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna cominciarono a bombardare l’Iraq di Saddam Hussein, accusato di possedere le famigerate armi di distruzione di massa e di finanziare il terrorismo internazionale di matrice islamica. Per circa 25 anni, Saddam Hussein è stato il presidente/ dittatore dell’Iraq. Il 9 aprile 2003, l’Iraq è diventato un protettorato militare americano e, dal gennaio del 2005, un governo locale di transizione ha amministrato il Paese fino al 30 dicembre 2006. In questa data viene giustiziato Saddam Hussein per crimini contro l’umanità. Il bilancio di vite umane nei tre anni di conflitto è di almeno 100.000 morti. Le ricercate armi di distruzione di massa non furono mai trovate, mentre un rapporto della CIA del 2002, pubblicato nel 2008, evidenzia come non ci sia mai stata alcuna collaborazione tra il regime iracheno ed Al-Qaeda. Ma ancora più gravi sono i risultati di uno studio delle Nazioni Unite: le condizioni generali, soprattutto dell’infanzia, risultano oggi peggiori rispetto a quelle antecedenti alla guerra.  

Nelle tre missioni in Iraq del 2004 abbiamo donato circa 20mila euro di farmaci e attrezzature da laboratorio sia a Baghdad che a Falluja.

 

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